Do people really want freedom of choice?
Il Wp pubblicato da Netspar (DP 09/2017-016) mostra come a fronte della crescente libertà attribuita agli aderenti dei piani di previdenza complementare in termini di scelte di investimento, contributi, opzioni al pensionamento, non sempre corrisponda un effettivo interesse verso tali opzioni. Le stime su un panel di lavoratori olandesi evidenziano come soltanto la minoranza degli intervistati attribuisca valore alla libertà di scelta, di contro la maggioranza preferirebbe delegare tali scelte ai gestori del piano pensionistico, oppure preferirebbe una opzione mista (avere la libertà di scelta ma al contempo la possibilità di potersene non avvalere - meccanismi di default) o, ancora, è indifferente rispetto alla possibilità di poter esercitare le sue prerogative. I lavoratori più propensi all’utilizzo delle prerogative individuali sono quelli con un basso grado di fiducia nei confronti del fondo pensione.
The Making and the Breaking of Trust in Pension Providers
Il Wp pubblicato da Netspar (DP 09/2017-015) evidenzia che la fiducia nei confronti dell’intermediario proponente il Fp a cui si valuta di aderire (azienda, istituiti da banche e assicurazioni) costituisce uno degli elementi chiave al momento dell’adesione. Le evidenze su un campione di aderenti ai fondi pensione olandesi evidenziano il ruolo centrale di fattori quali la percezione dell’integrità e la correttezza di chi gestisce il piano oltre che delle loro competenze e disponibilità verso gli aderenti. Il livello di fiducia verso i fondi pensione aziendali è più elevato rispetto a quello riposto in quelli istituiti da banche e assicurazioni per via del maggiore grado di integrità percepita degli amministratori dei fondi pensione. Inoltre gli aderenti più istruiti evidenziano un più elevato livello di trust verso i fondi pensione aziendali rispetto ai lavoratori meno istruiti.
Venture Capitalist al lavoro: quali sono gli effetti sulle imprese finanziate?
Il Wp pubblicato dalla Banca d’Italia (n.1131) valuta l’effetto della partecipazione dei venture capitalist privati in un campione rappresentativo di imprese target finanziate in italia dal 2000 al 2014. Le imprese finanziate hanno una crescita più rapida e sono più innovative di quelle del campione di controllo. Esse registrano inoltre un aumento molto più ampio del capitale azionario e una forte riduzione della leva finanziaria, mentre non vi sono differenze significative nei tassi di sopravvivenza. Gli effetti sulla crescita e sull'attività innovativa non sono spiegati esclusivamente dall'incremento del capitale azionario: i risultati permangono quando si restringe il campione di controllo a imprese che hanno aumentato il capitale, ricorrendo ad altri investitori. Ciò suggerisce che gli effetti dei venture capitalist siano legati anche alla loro esperienza manageriale e alla rete di conoscenze. I risultati positivi in termini di crescita e di innovazione sono esclusivamente attribuibili ai VC indipendenti rispetto a quelli di proprietà di banche, assicurazioni, o società finanziarie.
Venture capitalist at work: what are the effects on the firms they finance?
Herding Behavior of Dutch Pension Funds in Sovereign Bond Investments
Il Wp pubblicato dalla Banca Centrale dei Paesi Bassi (n. 569) evidenzia un forte comportamento imitativo da parte dei fondi pensione nell’investimento in titoli governativi. Basato sui flussi di acquisto e vendita di titoli di stato di 67 fondi pensione tra il 2008 e il 2014, il lavoro evidenzia come alla base di tale comportamento ci siano fattori di natura istituzionale, macroeconomici e finanziari. Anche il raggiungimento di una adeguata diversificazione di portafoglio contribuirebbe a spiegare tale fenomeno. Nelle fasi più complicate di mercato i fondi pensioni avrebbero assunto comportamenti anticiclici rispetto al mercato, tuttavia in fase di vendita prevarrebbero comportamenti di tipo momentum.
Herding Behavior of Dutch Pension Funds in Sovereign Bond Investments
Il costo totale dell’investimento in fondi comuni
L’Occasional Paper pubblicato dalla Banca d’Italia (n.391) valuta l’impatto dei costi dei fondi comuni. I costi complessivi associati all’investimento in un fondo comune aperto comprendono quelli che gravano sul fondo e quelli direttamente imputati ai sottoscrittori (commissioni di ingresso e di uscita). La raccolta di fondi caratterizzati dalla presenza di costi direttamente imputati agli investitori è significativamente cresciuta negli ultimi anni. Il lavoro presenta una stima del costo complessivo dell’investimento in fondi comuni (Total Shareholder Cost, TSC) effettuata utilizzando le informazioni riportate dalle SGR nelle segnalazioni di vigilanza. Le stime ottenute mostrano come nel periodo 2006-2016 il TSC sia stato in media pari all’1,58% del patrimonio complessivo dei fondi (1,74% a fine 2016); se si sottraggono i costi direttamente e indirettamente sostenuti dagli investitori il rendimento dei fondi comuni aperti si riduce in media dal 3,5% al 2%. In base a risultati preliminari, la presenza di commissioni di sottoscrizione e vendita riduce l’elasticità delle sottoscrizioni e dei riscatti ai rendimenti.