Quando si diffuse il panico: Covid-19 e riallocazione del portafoglio finanziario dei fondi comuni di investimento nel mondo

27 luglio 2021

Il lavoro, edito nella collana dei Working Papers della Banca d’Italia (N. 1342), analizza le scelte di portafoglio di un campione di fondi comuni nei primi mesi del 2020 e documenta che l'industria globale dei fondi ha modificato la composizione degli investimenti finanziari all'esplodere della pandemia.

I fondi comuni hanno ridotto l'esposizione verso i paesi e i settori più colpiti dalla pandemia, in modo eterogeneo tra categorie di fondo, tipo di strumento, livello di performance ed entità dei deflussi.

I risultati del lavoro documentano inoltre che le misure di politica monetaria hanno inciso sul comportamento dei fondi e corroborano quindi l'ipotesi che esista un canale di trasmissione della politica monetaria non convenzionale operante tramite le istituzioni finanziarie non bancarie.

Quando si diffuse il panico: Covid-19 e riallocazione del portafoglio finanziario dei fondi comuni di investimento nel mondo

Alcune valutazioni sul probabile impatto demografico della crisi Covid-19

22 giugno 2021

Il lavoro, edito nella collana delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia (N. 622) esamina le possibili ripercussioni della crisi Covid-19 sulla struttura demografica della popolazione italiana, e di conseguenza sul PIL, nel periodo 2020-2065.

Dopo aver valutato i potenziali effetti della pandemia in prospettiva storica, l'analisi si concentra sul canale dell'incertezza e delle condizioni economiche, catturate dal tasso di disoccupazione, e su come queste possano influenzare le scelte di concepimento e i flussi migratori.

Si costruiscono diversi scenari sull'andamento delle variabili demografiche ed economiche a seguito della pandemia da Covid-19, e si confrontano con le simulazioni basate sulle proiezioni demografiche Istat pre-crisi.

Il deterioramento delle condizioni economiche causato dall'emergenza sanitaria, se non contrastato con adeguate politiche per la ripresa economica, potrebbe accelerare il declino demografico della popolazione, determinando un calo della popolazione in età lavorativa (15-64) ulteriore rispetto alle proiezioni Istat precedenti alla pandemia, stimato negli scenari proposti tra 1,6 e 3,4 milioni nel 2065. Rispetto alle simulazioni basate sulle stesse proiezioni, le quali non includono i possibili effetti di politiche di stimolo alla crescita (in particolare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), la perdita di prodotto potenziale conseguente è stimata tra i 4 e i 16 punti percentuali nel 2065.

Alcune valutazioni sul probabile impatto demografico della crisi Covid-19

Consumi e risparmi in Italia durante la pandemia di Covid-19

22 giugno 2021

Il lavoro, edito nella collana delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia (N. 620) evidenzia come, dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, i consumi delle famiglie sono diminuiti drasticamente e la propensione al risparmio è salita a livelli senza precedenti.

A livello aggregato emerge che soltanto la metà del crollo dei consumi privati ​​può essere spiegata dal deterioramento delle condizioni economiche.

Il contributo residuo è riconducibile ad altri fattori legati alla pandemia come la paura dell'infezione, le politiche di confinamento e una maggiore incertezza sul futuro. La rilevanza di tali fattori varia a seconda della categoria di spesa.

Integrando l'analisi macro con microdati dell’Indagine speciale sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d'Italia, si evidenzia che, al di là di ragioni economiche, la spesa è frenata più dalla paura del contagio e dall'incertezza sul futuro che dalle misure restrittive. Le famiglie in cui il capofamiglia svolge un’attività lavorativa indipendente sono scoraggiate soprattutto dalla paura del contagio e dall'incertezza. Di contro, qualora il capofamiglia sia disoccupato le famiglie sono più preoccupate per la loro situazione economica generale.

Consumi e risparmi in Italia durante la pandemia di Covid-19

Pension Funds and Drivers of Heterogeneous Investment Strategies

18 maggio 2021

Il lavoro, edito nella collana dei Working Papers della Banca centrale dei Paesi Bassi (N. 712) analizza le strategie di investimento di un campione di Fp con obiettivi di rendimento paragonabili, verificando la loro esposizione ai fattori di rischio nell’ambito dei portafogli azionari e obbligazionari.

Gli autori evidenziano una sostanziale eterogeneità nei livelli di esposizione ai fattori di rischio che si riflette nelle differenze di rendimento annuali che oscillano tra 1,31% e 2,35%.

Dal lavoro emerge che i funding ratio, l'avversione al rischio e la lunghezza delle passività spiegano il 36% di eterogeneità dei livelli di rendimento.
Il restante 64% è da attribuire alle differenze nelle convenzioni di gestione che i Fp hanno sottoscritto con le società di gestione patrimoniale. Le convenzioni hanno quindi importanti implicazioni economiche per i beneficiari.

Pension Funds and Drivers of Heterogeneous Investment Strategies

Have scale effects on cost margins of pension fund portfolios disappeared?

22 aprile 2021

I costi di investimento dei fondi pensione sono fondamentali per i loro rendimenti. Il consolidamento nel mercato dei fondi pensione procede continuamente, spesso motivato da ragioni di efficienza. Le economie di scala inutilizzate nei costi di investimento dei fondi pensione sono però scese negli anni a valori prossimi allo zero, fatta eccezione per i fondi pensione molto piccoli. Il Working Paper esamina le economie di scala degli investimenti nei Paesi Bassi e presta particolare attenzione alla relazione non lineare tra i costi di investimento e le dimensioni dei fondi pensione. I costi di investimento sono disaggregati in tre tipologie e in sei classi di attivo. Le commissioni di performance sono pagate soprattutto per le asset class più complesse detenute da grandi fondi pensione riducendo i margini per la realizzazione di economia di scala. I risparmi sui costi mediante il consolidamento sono ancora possibili, ma sono molto limitati.

Have scale effects on cost margins of pension fund investment portfolios disappeared?