Alcune valutazioni sul probabile impatto demografico della crisi Covid-19

22 giugno 2021

Il lavoro, edito nella collana delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia (N. 622) esamina le possibili ripercussioni della crisi Covid-19 sulla struttura demografica della popolazione italiana, e di conseguenza sul PIL, nel periodo 2020-2065.

Dopo aver valutato i potenziali effetti della pandemia in prospettiva storica, l'analisi si concentra sul canale dell'incertezza e delle condizioni economiche, catturate dal tasso di disoccupazione, e su come queste possano influenzare le scelte di concepimento e i flussi migratori.

Si costruiscono diversi scenari sull'andamento delle variabili demografiche ed economiche a seguito della pandemia da Covid-19, e si confrontano con le simulazioni basate sulle proiezioni demografiche Istat pre-crisi.

Il deterioramento delle condizioni economiche causato dall'emergenza sanitaria, se non contrastato con adeguate politiche per la ripresa economica, potrebbe accelerare il declino demografico della popolazione, determinando un calo della popolazione in età lavorativa (15-64) ulteriore rispetto alle proiezioni Istat precedenti alla pandemia, stimato negli scenari proposti tra 1,6 e 3,4 milioni nel 2065. Rispetto alle simulazioni basate sulle stesse proiezioni, le quali non includono i possibili effetti di politiche di stimolo alla crescita (in particolare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), la perdita di prodotto potenziale conseguente è stimata tra i 4 e i 16 punti percentuali nel 2065.

Alcune valutazioni sul probabile impatto demografico della crisi Covid-19

Consumi e risparmi in Italia durante la pandemia di Covid-19

22 giugno 2021

Il lavoro, edito nella collana delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia (N. 620) evidenzia come, dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, i consumi delle famiglie sono diminuiti drasticamente e la propensione al risparmio è salita a livelli senza precedenti.

A livello aggregato emerge che soltanto la metà del crollo dei consumi privati ​​può essere spiegata dal deterioramento delle condizioni economiche.

Il contributo residuo è riconducibile ad altri fattori legati alla pandemia come la paura dell'infezione, le politiche di confinamento e una maggiore incertezza sul futuro. La rilevanza di tali fattori varia a seconda della categoria di spesa.

Integrando l'analisi macro con microdati dell’Indagine speciale sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d'Italia, si evidenzia che, al di là di ragioni economiche, la spesa è frenata più dalla paura del contagio e dall'incertezza sul futuro che dalle misure restrittive. Le famiglie in cui il capofamiglia svolge un’attività lavorativa indipendente sono scoraggiate soprattutto dalla paura del contagio e dall'incertezza. Di contro, qualora il capofamiglia sia disoccupato le famiglie sono più preoccupate per la loro situazione economica generale.

Consumi e risparmi in Italia durante la pandemia di Covid-19