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Modello 231 e anticorruzione per gli investitori previdenziali

Paolo Pellegrini
11 giugno 2015
TEMI MEFOP
  • Previdenza complementare
ARGOMENTI
  • Modello 231
DESTINATARI
  • Fondi pensione

Da molti anni Mefop pone l’attenzione degli operatori sul D.Lgs. 231/01, che prevede la possibilità che il giudice penale commini una sanzione all'ente il cui esponente apicale abbia commesso un reato in favore dell'ente stesso. Questa disciplina si applica certamente anche ai Fondi pensione qualora sia commesso un “reato presupposto”. Non qualsiasi reato ma solo i «reati presupposto» elencati del D.Lgs. 231/01, commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
Molti reati presupposto previsti dalla legge sono applicabili agli investitori previdenziali. Es.:

  • Corruzione (sono tutti soggetti vigilanti da autorità pubbliche)
  • Ostacolo all’attività di vigilanza
  • Omessa dichiarazione dei Conflitti di interesse (con nuovo 703 per fondi pensione e casse professionali)

Ad esempio, se in sede di ispezione dell'autorità pubblica, il dirigente dell’ente corrompesse il funzionario pubblico per avere una relazione più compiacente sull'ente, vi sarebbe la condanna del dirigente (per corruzione) e verrebbe comminata una sanzione all'ente.

                     

Le sanzioni comminate dal giudice penale sono spesso pesanti e possono avere un elevato impatto mediatico.
Per evitare la sanzione in capo all'ente è necessaria l'adozione e l’efficace implementazione di un modello 231.
Il modello 231 deve avere determinate caratteristiche di idoneità alla prevenzione dei reati della specie di quello verificatosi.

Il modello poi deve essere oggetto di efficace attuazione. Vengono in rilievo elementi quali:

a) la verifica, la formazione e l’aggiornamento periodici;
b) l’adozione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello;
c) la presenza di un Organismo di vigilanza.

L’adozione del Modello 231 non è un obbligo, ma un’opportunità per evitare che eventuali condotte illecite possano ripercuotersi negativamente sull’ente e sui suoi iscritti, ciò che potrebbe comportare un profilo di responsabilità degli componenti degli organi di amministrazione e controllo.
Di specifico interesse per le sole Casse professionali è invece la disciplina dell'anticorruzione e della trasparenza. L'anticorruzione, in particolare mira a prevenire comportamenti di corruzione di esponenti dell'ente commessi a danno dell'ente stesso e non solo nell'interesse o vantaggio di questo, come avviene nella disciplina 231. Di sicuro interesse sono le relative Linee Guida AdEPP.


Su questi, come su altri argomenti, il compito di Mefop è stato quello di fare cultura e aiutare gli operatori ad assumere decisioni gestionali consapevoli, stimolando anche il confronto tra chi ha maturato esperienza (vedi seminari del 15 e 16 giugno 2015).
In relazione al modello 231, poi, vi è un ruolo di Mefop e delle Associazioni stabilito dalla legge. In particolare l’art. 6, comma 3 del D.Lgs. 231/01 così dispone “I modelli di organizzazione e di gestione possono essere adottati… sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero della giustizia che, di concerto con i Ministeri competenti, può formulare, entro trenta giorni, osservazioni sulla idoneità dei modelli a prevenire i reati”.
Seguendo l’esempio di altri settori, Mefop valuta opportuna l’adozione di Linee guida per gli investitori previdenziali, in concerto con le associazioni di Categoria, così da agevolare gli operatori che volessero adottare il modello 231.

Per approfondire

Seminari

Roma, 15 giugno 2015 - "Profili di responsabilità civile, amministrativa e penale. Il modello 231 nell'attività dei fondi pensione e degli investitori previdenziali"

Roma, 16 giugno 2015 - "La trasparenza nelle Casse di previdenza"

Roma, 16 ottobre 2014 - "Modello 231 e investitori previdenziali"

Pubblicazioni

Quaderno Mefop n. 19/2013 "I fondi pensione e il D.Lgs. 231/01", con il contributo degli operatori

Paolo Pellegrini
Mefop

In Mefop dal 2001. Avvocato. Laureato con lode in Giurisprudenza. È vicedirettore e responsabile dell'Area Normativa ed istituzionale.