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Le infrastrutture negli investimenti istituzionali: sostenibilità e pandemia come forze trainanti di una classe di attività ad alto potenziale di crescita

Golding Capital Partners
27 gennaio 2022
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Un'infrastruttura moderna rappresenta un prerequisito chiave per una crescita economica a lungo termine e la prosperità sociale. In questo settore esiste un’esigenza crescente di investimenti su scala mondiale, e già oggi una parte considerevole dei tali investimenti viene fornita dal settore privato. Inoltre, la strada verso la neutralità climatica, seguita da diverse iniziative governative come il Green Deal dell’UE e gli obiettivi climatici dell’esecutivo statunitense, richiedono investimenti immensi.

Gli investimenti infrastrutturali sono una componente importante del portafoglio nell’allocazione strategica degli asset di investitori istituzionali come fondi pensione e assicurazioni. Questa classe di attività eterogenea offre una vasta gamma di opportunità di investimento che possono essere diversificate secondo vari aspetti come l’ubicazione geografica, il settore interessato, la maturità dei progetti e il profilo di rischio-rendimento. Allo stesso tempo, esse si distinguono per la loro longevità e, in funzione della tipologia di progetto, anche per un'elevata stabilità della domanda. Questo genera flussi di cassa stabili, per lo più garantiti contrattualmente e in parte dallo Stato, con una bassa volatilità. In virtù di tutto ciò, gli investimenti infrastrutturali sono in grado di resistere anche alle recessioni economiche.

Tendenze e opportunità attuali in periodi di pandemia

La crisi di COVID-19 ha confermato queste caratteristiche. Essa, tuttavia, ha ripercussioni diverse sui singoli settori, che vanno dalle infrastrutture sociali e digitali a quelle di approvvigionamento e distribuzione energetica fino ad arrivare agli investimenti in porti e aeroporti. Tra i beneficiari della pandemia figura indubbiamente il settore delle infrastrutture digitali, che ha acquisito rapidamente grande importanza in seguito allo “smart working”.  Secondo un rapporto dell’OCSE, dallo scoppio della pandemia di COVID-19 il traffico Internet è aumentato del 60 per cento. Affinché le reti di dati rimangano stabili a lungo termine nonostante il crescente consumo di dati, gli operatori devono potenziare le loro reti. A trarre beneficio da tutto ciò potranno essere i proprietari di infrastrutture digitali.

Per contro, ad essere colpito più duramente dalla pandemia è stato il settore dei trasporti, in particolare quello aereo. Nel 2021, gli aeroporti italiani hanno registrato il 60% di passeggeri in meno rispetto al 2019. Mentre i viaggi turistici si sono ripresi nell'estate/autunno 2021, quelli d'affari rimangono a un livello basso, una situazione che dovrebbe perdurare nel medio termine, dato che molte aziende hanno scoperto i vantaggi della digitalizzazione per la loro attività. Gli esperti prevedono che saranno necessario oltre dieci anni affinché il numero di passeggeri ritorni ai livelli pre-crisi. I primi segni di ripresa sono visibili nel traffico a breve e medio raggio, e anche il traffico stradale è tornato ai suoi livelli di un tempo. Ad avere sopravvissuto bene alla pandemia sono stati il commercio e il trasporto merci. Le previsioni parlano di una crescita del 5% dei volumi portuali globali entro il 2025.

La sostenibilità come forte fattore trainante

La pandemia crea una varietà di opportunità per il mercato delle infrastrutture, fortemente influenzato dal tema della sostenibilità, che è diventato un vero e proprio mega trend. Non è una novità che gli investimenti in infrastrutture sostenibili abbiano un effetto positivo sulla protezione dell'ambiente e possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Tuttavia, la pandemia ha chiaramente modificato le dinamiche in questo settore, e le ultime direttive dei regolamenti europei, come la tanto citata Sustainable Financial Disclosure Regulation (SFDR), favoriscono la tendenza.

Anche per gli investitori istituzionali, la considerazione dei criteri ESG assume sempre più importanza nelle loro decisioni di investimento. Lo conferma anche la seconda edizione dell'Osservatorio sugli investimenti alternativi, condotto da Mefop tra i mesi di luglio e ottobre del 2021 tra Casse di previdenza, Fondi pensione, Fondi sanitari. Il 68,5% degli oltre 100 investitori intervistati include criteri ESG nella valutazione degli investimenti alternativi. I gestori patrimoniali sono tenuti a prendere in considerazione i criteri ESG nei loro prodotti d'investimento e ad offrire prodotti conformi a tali criteri.

Fin dal 2013, Golding è firmatario dei Principi di Investimento Responsabile (PRI) promossi dalle Nazioni Unite (ONU). La considerazione dei criteri ESG è un aspetto essenziale del processo di investimento e della selezione degli investimenti. Per esempio, la valutazione ESG di ogni investimento target utilizzando uno strumento interno di valutazione ESG è parte integrante del processo di due diligence. Senza eccezione alcuna, tutti i gestori di fondi target del portafoglio Golding Infrastructure sottoscritti dal 2016 sono, tra l'altro, firmatari dei PRI dell’ONU. In sede di selezione degli investimenti è anche importante considerare l'aspetto di un'eventuale uscita e la misura in cui le aziende strutturano il loro modello di business in termini di protezione dell'ambiente e del clima, in modo che siano ancora attraenti anche dopo otto-dieci anni in termini di sostenibilità e contribuiscano a creare un futuro verde.

Forme di investimento variegate

Gli investitori istituzionali possono effettuare il loro investimento infrastrutturale attraverso vari canali di accesso, sia attraverso un fondo di fondi che con co-investimenti, fondi singoli o investimenti diretti. Indipendentemente dalla forma prescelta, tuttavia, tutti gli investimenti in beni infrastrutturali hanno una cosa in comune: sono una componente robusta del portafoglio con opportunità interessanti nell'attuale contesto di mercato.

PER APPROFONDIRE

Le tematiche trattate nell'articolo sono state oggetto del seminario PNRR, infrastrutture e rilancio del paese: quali opportunità per un portafoglio previdenziale?

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Golding Capital Partners

È una delle principali società di gestione indipendenti in Europa per gli investimenti in private equity, private debt e infrastructure. Con un team di oltre 100 professionisti e uffici a Monaco, Lussemburgo, Londra, New York e Tokyo, Golding supporta gli investitori istituzionali nello sviluppo della loro strategia di investimento e gestisce un patrimonio di oltre € 9 miliardi. I suoi circa 200 investitori istituzionali sono compagnie di assicurazione, fondi di pensione, fondazioni, family office, nonché banche, casse di risparmio e banche cooperative.