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Gestione Patrimoniale nei Fondi Sanitari: Il Modello a Tre Silos di Sanifonds

Alessio Scopa
18 dicembre 2025
TEMI MEFOP
  • Gestione delle risorse
  • Sanità integrativa
DESTINATARI
  • Fondi sanitari

Premessa

La gestione patrimoniale è uno dei temi più sottovalutati nel dibattito sull’evoluzione dei fondi sanitari integrativi (FSI), nonostante il patrimonio complessivo degli stessi abbia raggiunto quasi 6 miliardi di euro, con una crescita del 76% rispetto al 2014 (12°report sugli investitori istituzionali di Itinerari Previdenziali). Le ragioni principali di questo “ritardo” sono tre:

  • Modello di gestione dei FSI: Il modello dell’outsourcing è ancora prevalente; conseguentemente, una parte significativa della contribuzione incassata dal fondo viene trasferita alle Compagnie assicurative per la gestione e/o rimborso delle prestazioni, riducendo la capacità di formazione di riserve patrimoniale investibili.
  • Condizioni di mercato: il lungo ciclo di tassi d’interesse straordinariamente bassi, durato fino al 2022, ha frenato strategie di investimento strutturate in soggetti, quali appunto i FSI, statutariamente orientati per Statuto e per “cultura” ad approcci conservativi nella gestione finanziaria.
  • Governance & Management: permane un insufficiente presidio della funzione investimenti negli organi di governance e nelle figure apicali dei fondi.

Il Modello “a tre silos” sviluppato da Sanifonds

Sanifonds Trentino ha sviluppato un approccio specifico alla strategia di gestione patrimoniale. Il modello, che abbiamo definito “a tre silos”, suddivide il patrimonio investibile in tre partizioni distinte, ciascuna con obiettivi e strumenti dedicati.

  • Silos 1 Cash Management : mira a massimizzare i proventi conseguiti dal ciclo di investimento e smobilizzo dei surplus temporanei di liquidità generati dal fondo.

Il fondo dispone strutturalmente di un surplus temporaneo di liquidità, grazie alla dinamica temporalmente “sfalsata” tra incassi da contribuzione e uscite per rimborsi. Tale surplus, se gestito tramite strumenti di tesoreria evoluta e sistemi di ALM (Asset Liability Management), può generare stabilmente proventi finanziari interessanti.

  • Silos 2 Obiettivo Cedola: mira a generare nell'anno un flusso stabile di cedole e distribuzioni, con cui coprire una parte delle spese gestionali e i cosiddetti progetti speciali.

Questo silos lavora su un orizzonte temporale più ampio, fino a 60 mesi ,e investe prevalentemente in strumenti obbligazionari.

Il portafoglio non è vincolato né a tempistiche stringenti di smobilizzo, come per il silos 1 né a obiettivi di alimentazione di riserve patrimoniali dedicati (come per il silos 3).  Questo conferisce elevata flessibilità alla strategia di portafoglio, sia in termini di modulazione della duration media che di scelta degli strumenti di investimento.

  • Silos 3 Accrescimento Capitale di Riserva; interessa specificamente la quota di patrimonio destinata a riserva di copertura per la rendita Long Term Care garantita agli iscritti. L’orizzonte temporale è di lungo periodo, e la finalità è quella di costituire una dotazione patrimoniale che contribuisca alla copertura del fabbisogno per le prestazioni LTC.  E questo, molto concretamente, si traduce in una riduzione della quota contributiva richiesta all’iscritto.

La tabella seguente fornisce una rappresentazione di questo modello “a tre silos”.

Modello a tre Silos

Profili relativi alla Governance del fondo

La progettazione, attuazione e implementazione del modello ha richiesto un intervento sul funzionamento della governance del fondo.

Il Cda ha utilizzato tre leve:

  • L’istituzione di un comitato endoconsiliare, il Comitato Investimenti, cui spetta definire gli obiettivi della strategia di investimenti
  • L’attribuzione al Direttore Generale della delega operativa per la funzione investimenti, così da gestire efficacemente il deployment della strategia e i rapporti con gli istituti di credito partner
  • Il ricorso ad una call for interest volta a individuare i partner finanziari per ciascuno dei 3 silos.

Il monitoraggio della performance dei portafogli e, elemento ancor più rilevante, la verifica dell’allineamento del modello a tre silos con gli obiettivi del Fondo viene svolta sistematicamente, e con cadenza semestrale.

Conclusioni

Il potenziale di valorizzazione del patrimonio dei FSI è ancora ampiamente sottoutilizzato.

La condizione abilitante, evidentemente, è il ricorso a format di “autogestione” del Fondo, mentre viceversa il modello dell’outsourcing assicurativo riduce significativamente la capacità di generazione di riserve investibili.

Il modello di gestione patrimoniale “ a tre silos” presenta, a nostro avviso, due vantaggi.

È dinamico, perché quote di patrimonio allocate in un dato momento all’interno di un silos possono essere trasferite in un altro ad esempio dal silos 2 finalizzato alla distribuzione di cedole, al silos 3 orientato alla copertura LTC – ove le esigenze di copertura delle spese gestionali si riducano)

È trasparente, perché favorisce una rappresentazione chiara agli stakeholders (soci ed iscritti) circa le finalità perseguite dai portafogli di investimento.

È rilevante evidenziare come questo modello “chiami” un impegno aggiuntivo in seno alla governance del fondo, non essendo la normale dinamica consiliare sufficiente a farsi carico di questo “sforzo” d’ideazione e formulazione strategica in un ambito così specifico. Il che, peraltro, riteniamo sia una “anticipazione” di quanto accadrà quando la riforma della sanità integrativa, ad oggi ancora un po’ “nebulosa”, dovesse entrare a regime e impattasse l’ambito della gestione finanziaria e patrimoniale.

Molte, infine, sono le ulteriori sfide che i fondi sanitari integrativi potrebbero raccogliere nell’ambito della gestione patrimoniale: una su tutte, la destinazione di quote del proprio patrimonio investibile al finanziamento dell’economia reale (come già avvenuto per i “cugini” dei Fondi pensione), ancor meglio se ciò avvenisse in settori quali le strutture sanitarie residenziali, del cui sviluppo potrebbero beneficiare direttamente gli iscritti stessi dei fondi.
 

 

Alessio Scopa
Sanifonds Trentino

Dal 2016 è il Direttore generale di Sanifonds Trentino.
Laureato con lode in Economia, ha conseguito un Master in Business Administration presso SDA Bocconi. Ha 20 anni di esperienza nel settore public&welfare.