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Una fotografia della sanità integrativa nella terza edizione della Survey Mefop

Chiara Costantino / Maria Dilorenzo
05 maggio 2025
TEMI MEFOP
  • Sanità integrativa
DESTINATARI
  • Fondi sanitari

Nel 2024 Mefop ha avviato e concluso una Survey sulla Sanità integrativa.

Nel presente articolo si illustrano e commentano i dati emersi dalla stessa, in attesa di poter condividere anche i risultati della quarta edizione attualmente in corso.

Gli obiettivi della ricerca, che nasce con l’aspirazione di assumere il ruolo di un osservatorio permanente, sono prioritariamente quelli di:

  • mappare il sistema, con particolare riferimento ai fondi sanitari già soci Mefop, ma non solo
  • analizzarne le caratteristiche in termini di scelte strutturali, organizzative e di offerta
  • creare networking e confronto a livello strategico tra tutti i soggetti che operano nel sistema
  • individuare linee di indirizzo per eventuali sviluppi futuri delle attività di Mefop

La Survey è stata realizzata attraverso l’utilizzo di un questionario online, somministrato tra la aprile e settembre 2024, e ha come target di riferimento i fondi sanitari già soci Mefop, anche se a questa edizione hanno deciso di partecipare anche alcuni fondi non soci.

Il questionario è composto principalmente da tre parti: la prima parte relativa alle informazioni generali sull’ente, la seconda inerente ai modelli organizzativi e la terza più focalizzata sui piani sanitari. 

I fondi sanitari che hanno risposto al questionario – e partecipato quindi alla ricerca sono 50 di cui 42 soci (su 50 al momento della somministrazione del questionario) e 8 non soci. Tali fondi rappresentano circa più del 50% del totale degli iscritti alla sanità integrativa in rapporto agli ultimi dati pubblicati dall’Anagrafe dei fondi sanitari e relativi all’anno 2023. La totalità dei rispondenti ha compilato la parte qualitativa nella sua interezza, consentendo di poter commentare dati di rilevanza apprezzabile.

Parte I della Survey: Informazioni generali sull'ente

Con riferimento alle informazioni generali sull’ente (sezione prima) è emerso che il 49% dei fondi rispondenti ha natura negoziale ed è quindi rivolto ad una collettività ben definita di soggetti individuati in base all’appartenenza alla categoria contrattuale di riferimento del fondo. Quasi il 27% dei rispondenti ha dichiarato di essere un fondo interaziendale aperto, mentre il 24 % si è definito quale fondo aperto all’adesione sia in via individuale che in via collettiva.

La quasi totalità (98%) dei soggetti rispondenti è un fondo di secondo pilastro accessibile immediatamente da tutti i potenziali destinatari. Solo il 2% dei fondi ha invece dichiarato di erogare coperture di terzo pilastro e quindi di essere accessibile solo da soggetti che abbiano già un fondo negoziale di secondo pilastro.

Allo stesso modo, eccetto un fondo, tutti i rispondenti hanno dichiarato di essere iscritti al registro dell’Anagrafe dei Fondi sanitari nella sezione b dedicata agli “Enti, casse, società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale”. Un fondo ha invece dichiarato di non essere iscritto al registro dell’Anagrafe.

Come noto, la normativa sulla sanità integrativa non fornisce prescrizioni in merito alla forma giuridica che i fondi sanitari devono o possono assumere, ad oggi quindi il panorama risulta piuttosto variegato. In questo contesto, dalle risposte raccolte è emerso inoltre che la maggior parte (68%) dei fondi rispondenti ha adottato la forma giuridica dell’associazione non riconosciuta; il 14%, sempre optando per la forma associativa, ha richiesto e ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica; Il 18% dei fondi ha poi adottato la forma giuridica della società di mutuo soccorso. A differenza dello scorso anno non sono state rilevate cooperative.

Tra gli enti che hanno adottato la forma associativa, il 44% dei rispondenti ha dichiarato di riconoscere la qualifica di socio agli iscritti attivi, il 41% alle parti sociali, il 41% alle aziende, il 34% agli iscritti quiescenti. Un solo fondo tra i rispondenti riconosce la qualifica di “socio” ai familiari dell’iscritto principale.

Sempre con riferimento ai fondi associativi, è emerso che buona parte (45%) dei soggetti utilizzano come modello partecipativo quello dell’assemblea dei delegati. Il dato è coerente con quanto detto in precedenza e quindi con l’individuazione prevalente degli iscritti (attivi e non) quali soci. 

Riguardo all’estensione soggettiva delle coperture, si evidenzia che solo il 10% dei fondi limita la copertura al lavoratore attivo. La quasi totalità dei fondi (90%) prevede coperture che includono i familiari a carico dell’iscritto principale. Il 56% dei fondi rispondenti include nella copertura i familiari a carico, i familiari non a carico e pensionati. 

A tal proposito, il 38% prevede la sola copertura di base. Circa il 8% prevede che alla copertura base possa essere aggiunta una copertura integrativa solo per i familiari. Una percentuale importante dei fondi (52%) prevede invece che sia iscritti che familiari possano scegliere di integrare la copertura base con una formula ad hoc.

Parte II della Survey: i modelli organizzativi

La seconda sezione del questionario è dedicata al tema dei modelli organizzativi adottati dai fondi sanitari rispondenti al questionario, con particolare riferimento alle professionalità presenti nei fondi e alle scelte in relazione alla gestione del rischio, amministrativa, della rete sanitaria e finanziaria. In merito alle professionalità presenti, l’attenzione si è focalizzata su specifiche competenze di natura sanitaria, attuariale, legale e finanziaria e sulla scelta di internalizzare tali figure professionali o rivolgersi ad un consulente esterno.

Il tema della professionalità delle risorse presenti nei fondi è sempre stato centrale nelle riflessioni condotte con i fondi sanitari soci, la necessità di presidiare tutto il processo di gestione del fondo - dall'analisi della platea di assistiti all’individuazione degli obiettivi da perseguire alla definizione del piano sanitario e del relativo nomenclatore alla scelta e relativa implementazione del modello gestionale alla fase di monitoraggio amministrativo/contabile, patrimoniale/finanziario e tecnico/attuariale - richiede articolate competenze specialistiche.

Le professionalità dei fondi sanitari partecipanti alla Survey

Il quadro che ci è stato restituito da questa analisi è molto interessante e sicuramente in evoluzione rispetto al passato: il 90% dei fondi si è dotato di un esperto legale, il 72% di un esperto sanitario, il 66% di un attuario e di un esperto di gestione finanziaria; si tratta principalmente di consulenti esterni fatta eccezione per le professionalità di natura finanziaria più spesso interne, pur non essendo quest’ultima l’attività core dei fondi pensione.

L’analisi per modello di gestione del rischio rivela prevedibili differenze. I fondi autoassicurati, dovendo gestire il rischio legato alla copertura e spesso non solo, sono in linea generale più strutturati, contando in media un numero di risorse tra dipendenti e addetti più di tre volte superiore rispetto ai fondi assicurati. Oltre ad avere un’organizzazione strutturalmente più numerosa i fondi risultano essersi dotati in larghissima parte di tutte le competenze analizzate. Il tema della presenza di specifiche professionalità, anche se in misura inferiore rispetto ai fondi autogestiti, è profondamente sentito anche dai fondi assicurati, la verifica dell’efficacia dell’esternalizzazione, il monitoraggio dell’operato del soggetto terzo e la capacità di interloquire attivamente con quest’ultimo richiedono infatti specifiche capacità tecniche che devono essere auspicabilmente presenti nei fondi che hanno optato per tale modello.

Guardando alla gestione del rischio prevale ad oggi il modello misto, così chiamato perché prevede una qualche combinazione tra gestione internalizzata ed esternalizzata (42%). Il 36% dei fondi partecipanti all’indagine ha optato per un modello di esternalizzazione totale del rischio, la restante la restante parte (22%) ha scelto un modello totalmente autoassicurato. Dal confronto dei dati con analisi effettuate in passato su campioni simili sembrerebbe emergere una tendenziale migrazione da modelli totalmente esternalizzati a modelli che prevedono invece una ritenzione parziale o più raramente totale del rischio. Il crescente livello di maturità del mercato, la derivante acquisizione e crescita delle competenze, l’accumulazione di know how, la storicità dei dati accumulati e le accresciute capacità nell’analisi degli stessi potrebbero spingere in prospettiva il sistema verso modelli maggiormente internalizzati.

Le scelte dei fondi relative alla gestione amministrativa, come quelle relative alla rete sanitaria sono strettamente connesse alla gestione del rischio. Guardando al campione di fondi partecipanti all’indagine la gestione amministrativa risulta prevalentemente internalizzata (50%) o mista (34%), solo il 16% dei fondi ha dichiarato di esternalizzare l’attività. La lettura del dato assume maggior capacità informative se osservato in relazione alle scelte gestione del rischio: l’82% dei fondi autoassicurati ha una gestione amministrativa totalmente internalizzata, al contrario i fondi che hanno optato per una delega del rischio hanno scelto una gestione amministrativa interna nel 17% dei casi, esterna nel 44% e mista nel 39%. Quando assicurati, i fondi che esternalizzano la gestione amministrativa o adottano un modello misto la affidano in tutto o in parte al service di riferimento del soggetto assicurativo, nei modelli misti generalmente il fondo gestisce le anagrafiche e i rapporti con gli iscritti mentre è delegata al service amministrativo la fase di liquidazione.

Passando alle scelte relative al modello di gestione della rete sanitaria, il 24% dei fondi ha internalizzato la rete sanitaria, gestendo autonomamente i convenzionamenti con le strutture erogatrici, il 44% dei fondi ha optato per un modello esternalizzato, il 22% per un modello misto e un residuale 10% non possiede una rete sanitaria. La gestione finanziaria non è l’attività core dei fondi sanitari, almeno non per quelli che hanno optato per una gestione assicurata, nonostante ciò, l’82% dei fondi rispondenti ha dichiarato di gestire le risorse finanziarie.

Parte III della Survey: il piano sanitario

La terza sezione del questionario è dedicata al piano sanitario con una particolare attenzione alle prestazioni legate all'odontoiatria, prevenzione e non autosufficienza, ambiti attorno ai quali si possono realizzare le sinergie più virtuose tra servizio pubblico e soggetti privati. Ad eccezione di alcune prestazioni legate all’età pediatrica, l’odontoiatria è ad oggi sostanzialmente esclusa dai Lea e ha assunto un ruolo strategico sia nelle azioni di indirizzo del legislatore (cfr. dati su prestazioni vincolate) che nella definizione dei piani sanitari (il pacchetto “spese dentarie” assume un ruolo sempre più importante per la scelta della copertura). Tutti i fondi analizzati prevedono coperture odontoiatriche, il 90% dei fondi le prevede a “capitolato aperto” in tutti i piani a prescindere dalle motivazioni legate all’attivazione, il 4% dei fondi prevede la copertura ma non in tutti i piani sanitari offerti mentre il 6% la prevede solo se collegata ad un infortunio.

Già da diversi anni i sempre più bassi tassi di natalità e la più alta aspettativa di vita stanno trasformando la forma della piramide dell’età; la conseguenza più importante sarà la marcata transizione verso una struttura demografica molto più anziana, uno sviluppo che è già evidente in diversi Stati membri dell'Ue e ancor di più nel nostro paese. Tale dinamica impatterà sempre di più sul costo a carico del servizio sanitario nazionale e sarà sempre più indispensabile una proficua collaborazione tra Ssn e sistema privato; alcuni ambiti come, ad esempio, quello della prevenzione e della non autosufficienza assumono in questo contesto uno spazio fondamentale all’interno del quale i fondi sanitari integrativi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell'affiancarsi al servizio sanitario.

La prevenzione sta assumendo un ruolo sempre più centrale per i fondi sanitari, le prestazioni di «prevenzione primaria e secondaria extra Lea» sono infatti state annoverate tra le nuove prestazioni dei fondi sanitari, in seguito alla legge per il mercato e la concorrenza del 2022 che ha modificato l’art. 9 del d.lgs 502/1992. Il 78% dei fondi offre delle coperture legate alla prevenzione, nella maggior parte dei casi tali prestazioni sono inserite all’interno del piano sanitario (base oppure integrativo), solo una modesta percentuale dei soggetti intervistati ha invece previsto iniziative periodiche di volta in volta dedicate a particolari temi/prestazioni.

L’84% dei fondi dichiara di offrire coperture di non autosufficienza, il 74% dei fondi lo fa con un modello gestionale auto assicurato e il 26% con un modello gestionale assicurato, alcuni di questi sono fondi che hanno dichiarato di aver adottato un modello di gestione del rischio misto e che hanno optato per l’esternalizzazione della sola copertura di non autosufficienza.

In generale sembrerebbe prevalere il supporto monetario alla cura, guardando però ai dati relativi ai fondi che affidano la copertura ad un soggetto assicurativo sembra emergere una tendenza nell’offerta di coperture combinate che prevedono sia una parte di erogazione monetaria sia una parte di assistenza e servizi rientranti generalmente nell’ambito della c.d. “presa in carico” nei confronti del soggetto non autosufficiente e sempre più spesso del/ dei care giver.


Sei un fondo sanitario e vuoi partecipare alla quarta edizione della Survey? Compila la survey

Una versione estesa del contributo è stata pubblicata sul numero 16 del magazine Prospettive!

Per approfondire i risultati dell’indagine è inoltre possibile consultare il quaderno Mefop “Dalla teoria alla prassi: una fotografia dei fondi sanitari integrativi in Italia

 

Chiara Costantino
Mefop

In Mefop dal 2013. Laureata con lode in Giurisprudenza. Si occupa di consulenza legale e formazione, collabora alla redazione delle pubblicazioni giuridiche. Segue il coordinamento editoriale della rivista Prospettive. Cura inoltre gli aspetti normativi dei fondi sanitari, del welfare aziendale e dei premi di risultato.

Maria Dilorenzo
Mefop

In Mefop dal 2011. Laureata con lode in Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari. Si occupa di analisi statistica, economica e finanziaria nonchè dei temi Esg. È responsabile della progettazione e dello sviluppo del database Mefop Previ|DATA. Segue gli aspetti organizzativi e statistici dei fondi sanitari.