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Rapporto Adepp: i trend demografici in atto nelle iscrizioni alle Casse di previdenza

Antonello Motroni
04 aprile 2016
TEMI MEFOP
  • Welfare liberi professionisti
DESTINATARI
  • Casse di previdenza

Il Quinto Rapporto Adepp sulla previdenza privata restituisce una fotografia nitida sui partecipanti alle Casse di Previdenza dei liberi professionisti. Può quindi essere utile passare in rassegna le principali dinamiche demografiche del settore per delineare i possibili risvolti sul versante previdenziale. Il numero degli iscritti contribuenti è costantemente aumentato, passando da 1.224.454 nel 2005 a 1.469.637 nel 2014 (+20%). Il 96% degli iscritti alle Casse di previdenza è rappresentato da soggetti attivi pari, nel 2014, a 1.415.402 unità. Una quota non marginale di iscritti contribuenti (4%) è rappresentata dagli attivi pensionati, che nel 2014 erano pari a 54.235. Tra il 2005 e il 2014 gli attivi e gli attivi pensionati presentano dei tassi di crescita differenziati. La progressione degli attivi pensionati è stata pari a più del doppio di quella degli attivi (48% vs. 19%). Tale fenomeno è da ascrivere alle misure adottate dagli enti nel corso degli ultimi anni per assicurare la stabilità finanziaria, in primis l’adozione del regime contributivo per il calcolo delle prestazioni. Il fatto che l’ammontare dell’assegno pensionistico sia legato all’ammontare dei contributi versati sta spingendo un numero crescente di professionisti a prolungare la fase di contribuzione anche successivamente al raggiungimento dei requisiti di pensionamento per poter disporre di un trattamento più elevato.

Se quindi, a livello aggregato, l’andamento delle adesioni alle Casse di previdenza può dirsi soddisfacente, dato il continuo aumento dei partecipanti, l’analisi delle distribuzioni per classi di età degli iscritti e l’andamento delle nuove adesioni fanno emergere alcuni possibili elementi di criticità.1
Per quanto riguarda l’evoluzione della distribuzione per classi di età tra il 2005 e il 2014, si può notare come fino al 2009 la coorte maggioritaria era rappresentata dai professionisti con età compresa tra 30 e 40 anni. Tuttavia, l’incidenza di tale gruppo è andata riducendosi con il passare degli anni tanto che dal 2010 la coorte numericamente più consistente è ormai rappresentata dai 40-50enni. Trend in crescita si registrano anche per le fasce di età superiori, ivi compreso il segmento degli ultra 80enni. Di contro, al pari del gruppo dei 30-40enni si va riducendo la presenza dei liberi professionisti con meno di 30 anni. Seppure in crescita, quindi, il collettivo degli iscritti alle Casse di previdenza professionali si muove progressivamente verso le classi di età più anziane.   

Evidenze non difformi si riscontrano anche qualora si proceda con la riclassificazione degli iscritti delle casse per area professionale di appartenenza.2 L’unico elemento di scostamento rispetto al trend generale è rappresentato dall’aumento registrato per le classi di età più giovani degli iscritti alle casse del settore giuridico. Giova comunque ricordare che nel corso del 2014 la Cassa Forense ha beneficiato dell’ingresso degli avvocati precedentemente iscritti alla Gestione Separata dell’Inps.
Anche l’analisi dei nuovi iscritti presenta alcuni elementi che dovrebbero essere oggetto di attenta valutazione da parte degli operatori del settore3. Tra il 2005 e il 2012 l’andamento dei nuovi ingressi è andato costantemente riducendosi, passando da 61.106 a 52.394 (-14%). Nel 2013 si è registrata una leggera risalita dei nuovi iscritti sui livelli del 2011 (55.449) e nel 2014, grazie alle misure che hanno interessato la Cassa Forense, il numero dei nuovi ingressi si è attestato poco sotto le 90.000 unità.

La scomposizione per coorti mostra come la gran parte dei nuovi iscritti abbia un’età compresa tra 30 e 40 anni, anche se la loro rilevanza è andata progressivamente affievolendosi4. I nuovi aderenti con età compresa tra 30 e 40 anni rappresentavano infatti il 48% dei nuovi ingressi nel 2005, mentre nel 2014 costituivano il 38% (-20%). Di contro risultano in crescita i nuovi aderenti con età inferiore a 30 anni, passati dal 33% nel 2005 al 36% nel 2014 (+8%), con un picco nel 2011 pari al 37%. Interessanti spunti di analisi si hanno anche per quanto riguarda l’andamento delle nuove iscrizioni per le classi di età più avanzate. Pur essendo numericamente poco rilevanti, tra il 2005 e il 2014 queste coorti presentano dei tassi di crescita molto elevati (40-50 anni: +18%; 50-60 anni 42%, incrementi percentuali a tre cifre per gli ultra 60enni).  

L’evoluzione demografica degli aderenti alle Casse di previdenza tra il 2005 e il 2014 presenta elementi su cui gli operatori di settore sono chiamati allo sviluppo di approfondite riflessioni, per le implicazioni che questa è destinata a produrre sull’equilibrio finanziario degli enti. L’età degli aderenti si sta progressivamente spostando verso le classi più anziane. Tale traslazione può essere ascritta a più fattori ma i più rilevanti sembrano essere l’innalzamento dell’età di pensionamento e il rallentamento delle adesioni dei professionisti in giovane età. Nel corso degli ultimi anni molte Casse di previdenza hanno provveduto a posticipare l’età di pensionamento al fine di assicurare l’equilibrio finanziario e attuariale degli schemi pensionistici. Tale misura comporta un allungamento delle carriere lavorative e quindi una maggiore permanenza nel mondo del lavoro. Il rallentamento nelle adesioni dei lavoratori più giovani sembra essere dovuto essenzialmente alle difficoltà economiche che l’Italia ha attraversato negli ultimi anni, che hanno visto nelle coorti più giovani i soggetti più colpiti. Ai legislatori e ai responsabili degli Enti il compito di predisporre le misure più adeguate alla gestione e all’assorbimento di tali squilibri.

NOTE

1 I dati si riferiscono ai seguenti enti: ENPACL, INPGI, CNDPAC, Cassa Forense, ENPAM, ENPAPI,ENPAV, CIPAG, EPPI, ENPAB, EPAP, INARCASSA. Per le altre Casse di previdenza non si dispone dello spacchettamento degli iscritti per classi di età (Cfr. Quinto Rapporto Adepp sulla Previdenza Privata, p.222).
2 Nel rapporto Adepp sono costituite le seguenti aree professionali: Area economico-sociale, Area giuridica, Area sanitaria, Rete professioni tecniche (Cfr. Quinto Rapporto Adepp sulla previdenza privata, p.181).
3 In questo caso le analisi ricomprendono anche i nuovi iscritti di Enasarco che, solo ai fini di queste valutiazioni, è ricompresa tra le casse del settore Economico-sociale.
4 Le elaborazioni per classi di età dei nuovi iscritti nell’anno non tengono conto dei nuovi ingressi della Cassa Forense.

PER APPROFONDIRE

Quinto Rapporto Adepp sulla previdenza privata

L'articolo completo di Antonello Motroni è presente nella rubrica: News Italia del n. 4 di NewsCasse, uscito ad aprile 2016.

 

 

Antonello Motroni
Mefop

In Mefop dal 2006. Laureato in Economia e Commercio, si occupa di analisi economica e finanziaria ed è co-responsabile della gestione di Previ|DATA. Si occupa dei profili comunitari della previdenza integrativa.