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La Covip fa il punto sulle Casse di previdenza
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La relazione Covip per l’anno 2024 getta un primo sguardo, seppure provvisorio, sull’annualità delle casse di previdenza. Rispetto a tali enti la legge assegna a Covip il controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio.
Alla fine del 2024 gli attivi valutati a prezzi di mercato sono ammontati a 124,7 miliardi di euro, in crescita del 9,4% rispetto al 2023 quando si erano attestati a 114 miliardi. Oltre che dai nuovi investimenti, tale crescita è trainata dall’andamento positivo dei mercati finanziari, in particolare quelli azionari.
Gli investimenti in strumenti di debito detenuti direttamente ammontano a 26,5 miliardi e sono aumentati del 9,5% rispetto al 2023 (+2,3 miliardi). Cresce sia il valore dei titoli di Stato, pari a 20,7 miliardi (16,6% del totale attività), sia quello delle altre tipologie di obbligazioni, che si attesta a 5,7 miliardi (4,6% del totale, +15,3% rispetto alla precedente annualità). Si tratta nella gran parte dei casi di titoli quotati.
Gli investimenti in titoli di capitale ammontano a 10,4 miliardi rispetto ai 9,6 dell’annualità precedente; l’incremento riguarda sia i titoli quotati, che si attestano a 7,9 miliardi, sia i titoli non quotati, pari a 2,6 miliardi; nel complesso gli investimenti diretti in azioni rappresentano l’8,4% delle attività, in linea con il 2023.
Le risorse allocate in Oicr rappresentano il 53,6% degli attivi e sono pari a 66,9 miliardi, in crescita dell’11,4% rispetto al 2023 quando erano stati pari a 60,1 miliardi. Gli investimenti in Oicvm sono pari a 36,9 miliardi e rappresentano il 55% dell’investimento complessivo in organismi di investimento collettivo del risparmio. Nell’anno in esame il valore delle attività allocate in tali strumenti è cresciuto di 3,8 miliardi (+11,4%); il sottostante è costituito per il 57% da titoli di debito e per il 38% da investimenti azionari. Nel complesso, quindi, l’investimento in titoli di debito e in equity detenuti direttamente tramite strumenti armonizzati rappresenta, rispettivamente, il 38% e il 19% delle attività.
L’investimento in Fia è pari a 30 miliardi, in crescita di 3 miliardi rispetto alla precedente annualità (+11%). Tali attivi sono detenuti per lo più attraverso fondi immobiliari (55% degli investimenti in Fia e 13% delle attività totali) e in misura più contenuta tramite strumenti di private equity (17% degli investimenti in Fia e 4% delle attività totali); fondi infrastrutturali (15% degli investimenti in Fia e 4% delle attività totali) e in strumenti di private debt (7% degli investimenti in Fia e 2% delle attività totali). Gli immobili detenuti direttamente restano stabili a 2,5 miliardi di euro e rappresentano il 2% delle attività. Nel complesso l’investimento immobiliare detenuto direttamente e indirettamente per il tramite di fondi e società immobiliari è pari a 20 miliardi e rappresenta il 16% delle attività, in crescita, in valori assoluti, di circa 900 milioni.
L’investimento domestico (escludendo dal computo le risorse detenute in depositi, polizze assicurative e altre attività) è pari a 46 miliardi (37% degli attivi) ed è aumentato di 2,5 miliardi rispetto al 2023 quando era stato pari a 44 miliardi. Il principale contributo agli investimenti domestici proviene dagli immobili, dai titoli di stato e dagli investimenti in titoli di capitale.
L’allocazione in titoli di stato italiani è pari a 13 miliardi e rappresenta il 75% dell’investimento in titoli di stato complessivamente detenuti. L’investimento immobiliare si concentra in Italia in misura pari all’87% del totale degli investimenti in tale classe di attivo; da ultimo, l’allocazione in titoli rappresentativi del capitale di imprese italiane quotate e non quotate ammonta a 9 miliardi, a fronte di un investimento azionario complessivo pari a 10 miliardi (84%). Quanto agli Oicvm, il principale strumento d’investimento delle casse, ben il 94% dei sottostanti afferisce ad aree geografiche diverse dall’Italia.

Antonello Motroni
Mefop
In Mefop dal 2006. Laureato in Economia e Commercio, si occupa di analisi economica e finanziaria ed è co-responsabile della gestione di Previ|DATA. Si occupa dei profili comunitari della previdenza integrativa.