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I fondi pensione alla prova della trasparenza sulla sostenibilità degli investimenti: prime evidenze

20 dicembre 2021
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Il 10 marzo 2021 è stata la data di prima applicazione del Regolamento (UE) 2019/2088 - Sustainable finance disclosure regulation, Sfdr - che definisce i nuovi requisiti di trasparenza per gli investimenti sostenibili.
La normativa rappresenta uno dei pilastri del progetto di Bruxelles per incentivare la transizione dell’economia e della finanza verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
La Sfdr punta a prevenire il rischio di greenwashing, prevedendo rigorosi vincoli di rendicontazione degli investimenti sostenibili, oltre che delle policy utilizzate per attuare tali investimenti.
I nuovi requisiti di trasparenza riguardano la documentazione precontrattuale, i bilanci, i siti internet e le politiche di remunerazione.

A livello di entità, i partecipanti ai mercati finanziari, tra cui i fondi pensione (Fp), sono chiamati a rendicontare sulla considerazione dei principali effetti negativi degli investimenti sui fattori di sostenibilità, oltre che su come i rischi di sostenibilità sono presi in carico nel processo d’investimento; inoltre, per ciascun prodotto finanziario che promuove, tra le altre, caratteristiche ambientali o sociali o che ha come obiettivo investimenti sostenibili, il partecipante ai mercati finanziari deve fornire una serie di indicazioni su tali profili che vanno riportati sulla documentazione pre-contrattuale, nel bilancio e sul sito internet. 

Anche se la cornice regolamentare si definirà soltanto nel 2022 e gli emanandi regolamenti delegati entreranno in vigore da gennaio 2023, si può stilare un primo bilancio sulla coerenza delle linee di investimento con le indicazioni del regolamento comunitario.

A tal fine, lo scorso mese di settembre, Mefop ha condotto una prima analisi che ha coinvolto i Fp negoziali e i principali Fp aperti e preesistenti in termini di attivo netto destinato alle prestazioni. Si è preso a riferimento le indicazioni contenute nelle “Informazioni chiave per l’aderente”, laddove vengono presentate le opzioni d’investimento e sono riportate le indicazioni sulla conformità dei comparti agli art. 8 e 9.
Tra i Fp chiusi le linee classificate come sostenibili ai sensi degli articoli 8 e 9 rappresentano il 16,3% dell’offerta complessiva; nel 13,3% dei casi si fa riferimento alla promozione di caratteristiche sociali e ambientali (art. 8) e nel rimanente 3,1% le si è considerate come aventi un obiettivo di sostenibilità (art. 9).

L’analisi condotta sui principali Fp preesistenti in termini di patrimonio restituisce evidenze non troppo dissimili. In questo caso le linee classificate come sostenibili ai sensi del Regolamento 2019/2088 rappresentano il 17,6%; nessuna di esse è classificata come art. 9.

Tra i Fp aperti sembra registrarsi una maggiore apertura verso i criteri di sostenibilità definiti dalla Sfdr: in questo caso, infatti, i comparti considerati come sostenibili sono il 33%, tutti riconducibili alla fattispecie della promozione di caratteristiche ambientali e sociali (art. 8).risultati non sorprendono poiché le politiche d’investimento dei comparti preesistevano all’introduzione dei nuovi requisiti. Si può presumere che, con le future revisioni delle politiche di investimento, le linee sostenibili potranno incrementarsi. Peraltro, l’entrata in vigore delle previsioni, precedentemente alla completa definizione del quadro normativo, potrebbe avere favorito un atteggiamento attendista da parte dei fondi pensione.

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