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L'evoluzione della sanità integrativa raccontata nelle Linee Guida di Mefop e i nuovi progetti per il 2021

Damiana Mastantuono
03 maggio 2021
TEMI MEFOP
  • Sanità integrativa
DESTINATARI
  • Fondi sanitari

La riunione tenutasi il 26 aprile in Mefop è stata l’occasione per condividere con i Fondi sanitari soci e con i partner i principali capitoli delle linee guida, pubblicate nel marzo 2019, e per rileggere tutti i mutamenti avvenuti nel sistema.

A due anni dalla chiusura di questo primo ambizioso progetto, molti dei capitoli contenuti nel documento sono diventati prassi e molti altri meritano invece di essere completati.

Il sistema della sanità integrativa, infatti, è stato toccato in questi ultimi anni da un fenomeno di generale “espansione”: è cresciuto l’interesse per la salute, sono cresciuti i numeri sia in termini di iscritti che di risorse a disposizione e sia i Fondi che il mercato dei servizi hanno risposto prontamente con un arricchimento dell’offerta e dei servizi e con un’evoluzione dei processi organizzativi interni.

L’obiettivo delle linee guida sulla sanità integrativa è stato sin dall’inizio quello di elevare i livelli di accountability ed efficienza del sistema, valorizzando le migliori prassi e valorizzando la mission istituzionale dei fondi sanitari. La prospettiva è quello di una sanità integrativa che assuma responsabilmente il compito di impostare processi gestionali trasparenti, efficaci ed efficienti, conoscendo e gestendo il rischio sanitario e impostando correttamente il rapporto con gli eventuali outsourcers coinvolti. Questo processo ben impostato nelle linee guida rappresenta a oggi un caposaldo dell’attività di molti fondi ma merita ancora attenzione per altre realtà meno organizzate e ancora troppo concentrate sul mero processo di “intermediazione” della spesa out on pocket e del rapporto tra iscritti e provider sanitari e assicurativi.

Nel corso della riunione sono stati passati in rassegna tutti i principali capitoli dell’autoregolamentazione, tra cui gli schemi statutari e il bilancio ed è stata tracciata la strada per riprendere l’attività di elaborazione dati della sanità integrativa (attività che potrà contare sulla collaborazione di un numero di soci e stakeholders notevolmente rafforzato).

I nuovi progetti

Il consolidamento di questi risultati ci apre a nuovi progetti non meno ambiziosi. Tra questi c’è un lavoro importante sulla pianificazione sanitaria e sui piani e nomenclatori dei Fondi. I chiari input istituzionali ricevuti, in primis dal Patto per la Salute ma successivamente anche dall’avvio dell’indagine conoscitiva avviata dall’Anagrafe dei Fondi sanitari, rappresentano uno stimolo importante per implementare prassi virtuose nella scrittura dei piani sanitari dei Fondi, nell’ottica della integrazione efficace con i Lea e della valorizzazione del processo di presa in carico dei bisogni sanitari degli iscritti. 

L’obiettivo dei lavori in progetto non è quello di fornire una “ricetta magica” o uno schema di nomenclatore sanitario perfetto quanto invece quello di impostare criteri chiari ed efficaci per la programmazione sanitaria, per l’articolazione dei piani sanitari e per la comunicazione di questi a iscritti ed Istituzioni.

In un simile processo un ruolo importante sarà svolto dalla attività definitoria da una parte e dai processi di programmazione dall’altra. Al centro di questi ultimi processi deve esserci una riflessione accurata sull’appropriatezza e sulla integrazione. La prospettiva, in questo modo, è quello di uscire dal sistema “asfittico” delle prestazioni ammesse, vietate e vincolate per accedere ad un sistema di II pilastro osmotico con il SSN per le politiche sanitarie pubbliche ed efficace e appropriato per i propri iscritti.

Rispetto a questo importante lavoro su governance e architettura dei piani sanitari un ruolo non solo strumentale viene attribuito ai processi di data management da una parte e dai processi di innovazione dall’altra.  L’evoluzione verso un sistema di tutela integrativo e integrato dei bisogni sanitari degli iscritti, infatti, impone un ripensamento dell’organizzazione degli enti e un rafforzamento del modello di “presa in carico”. Questo processo evolutivo è già in atto ed ha subito una forte accelerazione durante la pandemia Sars-Cov2. Il contesto ci sembra quello più idoneo a fare un bilancio delle prassi già esistenti e delle possibili evoluzioni, concentrandoci sulla gestione attuale dei flussi informativi tra iscritto e fondo, tra fondo ed erogatori e in prospettiva tra Fondi e Sistema sanitario Nazionale.

Durante i tavoli si proverà a fornire alcune risposte: quali sono i dati che dovrebbero essere processati da un fondo sanitario per pianificare efficacemente? E quelli fondamentali per monitorare performance/efficienza e out- come in chiave di esiti di salute? Quali dati potrebbero essere utili nella logica della integrazione?

Solo attraverso l’analisi dei dati il fondo potrà avere conoscenza dei bisogni sanitari della propria platea e potrà effettuare una migliore pianificazione sanitaria; attraverso il dato potrà innovare i processi di gestione e potrà migliorare la qualità dei servizi resi sia in chiave sia di efficienza che di esiti di salute; attraverso una corretta gestione del dato il fondo sanitario potrà condividere flussi informativi strategici con il sistema pubblico e innovare tutti i processi gestionali, ivi compreso la propria organizzazione interna.

L’attività Mefop per il 2021 continuerà anche su filoni già trattati e approfonditi negli anni scorsi, tra cui quello della tutela sociaossistenziale e della non autosufficienza e quello della rendicontazione e dei bilanci. Molti altri temi verranno approfonditi nelle numerose occasioni seminariali, formative e convegnistiche e molti contenuti di questa attività saranno valorizzati nel progetto delle linee guida sulla sanità integrativa.

Ogni ulteriore sviluppo della sanità integrativa dipende certamente dalle politiche pubbliche, sia fiscali che regolative, ma non può essere consegnato solo ad esse. Gli obiettivi della trasparenza, della efficace integrazione con il SSN e del perseguimento della finalità sociale per cui il sistema è stato istituito possono conseguirsi anche promuovendo un ruolo attivo degli attori stessi. In particolare, in un contesto in cui l’aumento dei livelli regolativi potrebbe rappresentare la costituzione di barriere, seppure implicite, al libero sviluppo dei Fondi sanitari o di alcune tipologie di questi, la risposta autoregolamentare può offrire un contributo decisivo che anticipa l’impiego di strumenti di coordinamento adottabili dai legislatori pubblici.

Tracciare efficacemente una mappa del sistema; delineare i principi basilari ed evidenziare le aree problematiche del settore rappresentano risultati che potranno essere consegnati al futuro legislatore a cui sarà richiesto il difficile compito non solo di definire le regole di dettaglio ma di compiere scelte importanti anche relativamente alle policy di allocazione del potere regolativo tra diversi livelli e soggetti.

 

 

Damiana Mastantuono
Mefop

In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.