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L’esposizione diretta in titoli di capitale dei fondi pensione negoziali, aperti e preesistenti al 31.12.2024

15 settembre 2025
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L’investimento diretto azionario

In base ai dati Covip pubblicati nella relazione annuale 2024, le azioni detenute direttamente sono, dopo le obbligazioni, lo strumento finanziario più diffuso nel portafoglio dei fondi pensione, rappresentando il 22,7% del patrimonio complessivamente investito (dato in aumento di oltre unpunto percentuale rispetto al 2023).

Dall'analisi risulta che il 93,4% dei fondi pensione negoziali investe direttamente in azioni (28 Fpn su 30), per un totale di 14.003,18 milioni di euro. Nei fondi pensione aperti tale percentuale scende al 59,4% (19 Fpa su 32), realizzando un investimento azionario di 8.792,04 milioni di euro. Infine, per i fondi preesistenti, la quota è del 57,7% (15 Fpp su 26) per un ammontare di 5.702,59 milioni di euro.

Top 5 titoli di capitale (mln €)

Tra i principali titoli azionari emergono chiaramente le grandi aziende statunitensi come Amazon, Apple, Alphabet, Microsoft e NVIDIA. Nell’ambito dei negoziali prevale Microsoft con 664,48 milioni di euro di capitale raccolto e negli aperti NVIDIA con un totale di 377,96 milioni di euro. Fanno eccezione i preesistenti che hanno come primo emittente Banca d’Italia per un ammontare di 234,20 milioni di euro.

L’esposizione diretta in titoli di capitale per area geografica

In relazione all’esposizione geografica gli emittenti statunitensi si collocano al primo posto con delle percentuali significative (66,9% Fpn, 54,9% Fpa, 54,6% Fpp). Seguono gli altri paesi dell’area euro, dove spiccano gli aperti con un valore del 27,5%, e gli altri paesi Ocse. Rilevanti anche le allocazioni verso l’Italia, con valori compresi tra il 4% e il 6,5%, e il Giappone.

L’esposizione diretta in titoli di capitale per settore di attività

L’esposizione per settore di attività mostra la tendenza generale a investire nel settore IT, con un’incidenza più elevata nei negoziali (25,3% Fpn, 23,0% Fpa, 20,9% Fpp). Valori superiori o intorno al 10% si registrano per i settori finanziario, dei beni di consumo sia ciclici che non ciclici e nei servizi per le telecomunicazioni.