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Il tavolo di lavoro Mefop sulla non autosufficienza rintraccia punti di forza e di debolezza delle attuali polizze

Damiana Mastantuono
08 giugno 2020
TEMI MEFOP
  • Sanità integrativa
  • Non autosufficienza
  • Invecchiamento e Longevità
DESTINATARI
  • Fondi sanitari

l rischio di “fragilità della popolazione anziana” (in termini sanitari, sociali, economici) è al centro dei tavoli e approfondimenti di Mefop da ormai diversi anni alla luce delle numerose iniziative da parte del privato.

In questo contesto, nei lavori che hanno condotto alla stesura delle linee guida sulla sanità integrativa, abbiamo da tempo dedicato uno spazio autonomo al tema della tutela sociosanitaria e alla non autosufficienza, in una dimensione ampia che ci consente di estendere gran parte delle riflessioni svolte a tutto il sistema del welfare di secondo livello.

Le risposte che il privato fornisce sul terreno dei rischi sociosanitari della popolazione anziana e non autosufficiente dovrebbero essere riconsiderate a partire da una riflessione organica che prenda le mosse dalle coperture offerte dal sistema di base. La mancanza di una policy univoca del welfare di cura, quale branca autonoma del nostro welfare state, insieme all’inesistenza di un sistema omogeneo di finanziamento, ha sortito effetti negativi anche sul sistema integrativo che oggi, seppur sollecitato da più parti a rispondere alla tutela dei bisogni in oggetto, si trova a rispondere in modo non sempre integrato.

Rischio di non autosufficienza: i tavoli di lavoro Mefop

Questa prospettiva ha condotto Mefop ad organizzare una serie di eventi e tavoli di lavoro dedicati non soltanto ai fondi sanitari, quali principali erogatori di prestazioni socio sanitarie, ma al sistema della bilateralità e delle Casse previdenziali.

Le iniziative avanzate dalle Casse, dai Fondi pensione, dai Fondi sanitari e dagli altri enti bilaterali sul tema della “cura della popolazione anziana e non autosufficiente” sono sicuramente degne di nota e andrebbero meglio valorizzate in una prospettiva sinergica. Le coperture di questi enti non sono, almeno in teoria, concettualmente sovrapponibili bensì efficacemente integrabili, alla luce delle diverse dimensioni sulle quali ognuno di questa opera: quella reddituale e di servizio per gli enti bilaterali; quella indennitaria/previdenziale per i fondi pensione, e quella socio-sanitaria per i Fondi di sanità integrativa e quella di welfare integrato delle Casse di previdenza.

Su queste premesse teoriche è stato condotto anche l’ultimo tavolo di lavoro del 6 maggio, dedicato alla copertura assicurativa del rischio non autosufficienza. In questa occasione, Mefop ha presentato al sistema del welfare integrativo e alle Casse di previdenza, una analisi delle principali convenzioni assicurative per la copertura del rischio in oggetto.

Posto che la copertura del rischio non autosufficienza non può e non deve esaurirsi in una copertura assicurativa, soprattutto per quegli enti che possono efficacemente progettare un piano sanitario costituito da attività, interventi e prestazioni non solo assicurative, il webinar del 6 maggio ci ha consentito di vedere come i questi anni ci sia stata un’evoluzione anche nello stesso mercato assicurativo.

Nelle polizze analizzate da Mefop è possibile evidenziare, rispetto al passato, un generale ampliamento delle aree di intervento, anche se sono ancora molti i passi che possono essere compiuti per rendere più efficaci tali coperture.

I lavori svolti sui tavoli Mefop hanno evidenziato come il miglioramento delle coperture, soprattutto per i Fondi sanitari, passa anche attraverso l’efficace organizzazione dei processi, a partire dall’analisi dei fabbisogni dell’iscritto fino ad arrivare alla gestione e controllo del dato e passando attraverso lo svolgimento di un rapporto di collaborazione continua tra ente e providers.

In questo senso vanno segnalate con favore tutte quelle convenzioni assicurative che hanno introdotto negli ultimi anni “clausole di collaborazione” tra Ente contraente e assicuratore, in una logica innovativa di partenariato con uno stakeholder, quale il fondo sanitario, che non rappresenta a tutti gli effetti un contraente istituzionale.

Tra le aree di criticità rintracciate nel corso della ricerca rientra sicuramente la definizione molto tecnico-quantitativa della condizione di non autosufficienza (basata sulla perdita di un numero variabile di funzioni vitali, le cd.ADL). Le definizioni parziali appena richiamate hanno spesso ridotto il tema della non autosufficienza in confini troppo ristretti, escludendo la cronicità, le demenze e - in qualche caso - anche patologie gravi non direttamente incidenti sulle ADL. Da questo punto di vista non si può che guardare con favore a tutte quelle convezioni che hanno ampliato tale definizione basandosi maggiormente sulla esistenza di un bisogno continuativo di vigilanza.

Tra le altre criticità riscontrate, vi è sicuramente la scarsa specificità e precisione di alcune clausole di esclusione o limitazione della copertura e lo scarso utilizzo delle cd. clausole di flessibilità, idonee a permettere una revisione dello stato di non autosufficienza e una rivalutazione della copertura alla luce delle nuove opportunità offerte dal mercato.

Inoltre, le coperture sono spesso molto complesse e limitate a iscritti non anziani o pensionati; non è fino ad oggi stato immaginato, neanche da parte di soggetti che operano secondo il sistema della autogestione, un meccanismo di accumulazione reale obbligatoria delle risorse destinate alla copertura di questo rischio e di conseguenza i lavoratori sono protetti dal fondo sanitario solo in costanza di lavoro/copertura e per lo più con i meccanismi della copertura assicurativa tipica dei rami danni.

Le sfide per il futuro

La sfida è quella di immaginare nuove tipologie di copertura, nuovi servizi e attività anche dirette e  nuove forme di governance.

Molto da innovare è anche il tema delle strategie di comunicazione e sensibilizzazione rispetto a questo rischio ma, prioritariamente, la vera e più complessa sfida è quella di immaginare una copertura integrata del rischio di non autosufficienza in un contesto di welfare privato ormai multiforme e caratterizzato da più strumenti/soluzioni. Non a caso, nell’analizzare i contenuti di molte convenzioni, si è resa evidente la eterogeneità dei contenuti delle stesse che risultano ormai avere contenuti non solo assicurativi ma anche di servizio, contenuti importanti che andrebbero analizzati separatamente e valutati separatamente.

Sul piano dei servizi amministrativi e diretti a carico della non autosufficienza, infatti, sono tanti i soggetti, anche non assicurativi, in grado di offrire soluzioni innovative e le stesse compagnie stanno mettendo in campo numerose e importanti iniziative che potrebbero essere prese in considerazione non solo dai Fondi sanitari e dalle Casse ma anche dai Fondi pensione che fino ad oggi hanno mantenuto un approccio più tradizionale nella copertura del rischio non autosufficienza.

 

 

Damiana Mastantuono
Mefop

In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.