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Covid e sanità integrativa: Mefop fa il punto sulle prestazioni dei fondi sanitari ad un anno dall’inizio dell’emergenza pandemica

Chiara Costantino
12 aprile 2021
TEMI MEFOP
  • Sanità integrativa
  • Gestione del rischio
ARGOMENTI
  • Covid-19
  • Diritti e prestazioni
  • Ssn
DESTINATARI
  • Fondi sanitari
  • Cittadini

Lo scorso 16 marzo si è tenuto il focus sulle prestazioni dedicato alle coperture integrative per il rischio Sars-CoV2 e ai servizi di telemedicina.

A distanza di un anno dall’inizio dell’emergenza pandemica Mefop, quindi, è tornata a fare il punto su come la stessa abbia interessato e modificato il mondo della sanità in generale e della sanità integrativa in particolare.

L’evento pandemico ha generato dei processi diretti e indiretti, alcuni dei quali potrebbero essere permanenti, di cui è importante seguire l’evoluzione e che saranno oggetto di specifici approfondimenti.

Novità interessanti hanno, prevedibilmente, riguardato il versante delle coperture. In particolare, il sistema si è trovato a dover:

  • valutare l’operatività e l’efficacia dei piani sanitari in essere in presenza del rischio pandemico (rischio gestito, fino ad ora, soltanto parzialmente)
  •  introdurre nuove prestazioni e gestire nuovi bisogni (le prestazioni in quarantena; le nuove forme di lavoro; il rafforzamento del sostegno dei caregiver
  • promuovere attività di sostegno al sistema generale in un’ottica di sussidiarietà e integrazione.

Il tavolo Mefop 

Mefop, per cominciare a fare il punto su ciò che è stato fatto e su ciò che ancora si può fare in relazione a questi aspetti, ha avviato un’analisi delle modifiche apportate alle coperture sanitarie, in ragione della pandemia, dai fondi soci.

Il lavoro, presentato nel corso dell’incontro del 16 marzo, ha evidenziato tre principali aree di intervento:

  1. prevenzione
  2. assistenza economica
  3. attività e servizi relativi al periodo di acuzie e a quello successivo

Prevenzione

Tra i servizi di prevenzione attivati molto rilievo hanno avuto il rimborso o l’erogazione diretta delle spese dei tamponi di rilevazione della presenza del virus (sia rapidi che molecolari) e/o dei test sierologici; a supporto, poi, della campagna di sensibilizzazione portata avanti dal Ministero della Salute, alcuni fondi hanno altresì coperto (totalmente o parzialmente) le spese (in forma rimborsuale o erogando direttamente attraverso la propria rete) dei vaccini anti-influenzali.

Assistenza economica

Nell’ambito dell’assistenza economica, sono state previste diarie da isolamento per positività al Covid-19 e/o – più spesso – da ricovero per l’insorgenza di complicazioni relative alla predetta positività, con eventuali maggiorazioni dell’erogazione nei casi in cui l’assistito si sia trovato in terapia sub-intensiva e intensiva.

Attività e servizi relativi al periodo di acuzie e successivo

Con riferimento alle altre attività e servizi erogati nel periodo dell’acuzie e in quello successivo, sono stati mappati prestazioni di supporto psicologico, analisi e trattamenti necessari per il pieno recupero a seguito dell’evento morboso legato al Covid-19 (ad esempio tac e radiografie toraciche ma anche assistenza infermieristica domiciliare) e, da ultimo, servizi funerari.
 

L’analisi effettuata ha evidenziato che – anche in questo contesto – il fondo sanitario ha svolto massicciamente, oltre alla sua funzione principale normativamente individuata, un ruolo di ammortizzatore sociale attraverso prestazioni, quali ad esempio le diarie, che sono servite da sostegno economico per gli assistiti colpiti dalla pandemia.

In un’ottica di sviluppo futuro e di sistematizzazione degli interventi che inizialmente son stati pensati in una fase emergenziale mai gestita prima d’ora, si potrebbe rafforzare l’offerta di nuove prestazioni sanitarie e socio-sanitarie maggiormente integrate con il Ssn al fine di rendere più efficace il supporto dell’assistito affetto da Covid-19

Focus sulla telemedicina

All’interno dello stesso tavolo di lavoro, è stata poi riservata attenzione particolare alla telemedicina, tema che è stato fortemente rilanciato dalla pandemia in corso ma che era già da tempo nell’agenda dei lavori dell’Oms e dell’Unione Europea. Sul versante locale, si dà atto che a novembre la telemedicina è stata oggetto di specifiche Linee guida emanate dalla Conferenza Stato-Regioni.

La telemedicina non rappresenta una tipologia di prestazione, piuttosto un metodo, un approccio innovativo alla pratica sanitaria che consente l'erogazione dei servizi a distanza attraverso l'uso di dispositivi digitali, di internet ed eventualmente di specifici software.

Resasi certamente necessaria dalla pandemia, il valore della telemedicina riverbera quindi al di là di essa.

Oggi la telemedicina rappresenta infatti un’opportunità sia per i pazienti (si pensi all'ambito della prevenzione, della diagnosi, delle terapie e dei monitoraggi dei parametri clinici) che per i professionisti i quali possono farne uno strumento di collaborazione multidisciplinare sui singoli casi clinici o anche semplicemente di  scambio di informazioni.

La telemedicina pone però dei problemi legati all’innovazione tecnologica e – soprattutto – alla gestione sicura dei dati sensibili dei pazienti oggetto di trattamento sanitario che vanno attentamente valutati. 

Data l’importanza di questo nuovo approccio, è opportuno che i anche i fondi sanitari comincino a tenerne conto adeguando ed integrando convenzioni e nomenclatori, ma anche valorizzando l’offerta esistente rendendola fruibile, laddove possibile e alle stesse condizioni, da remoto.

 

 

Chiara Costantino
Mefop

In Mefop dal 2013. Laureata con lode in Giurisprudenza. Si occupa di consulenza legale e formazione, collabora alla redazione delle pubblicazioni giuridiche. È responsabile del servizio Alert.