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I costi dei Fondi pensione

16 febbraio 2020
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Tra le voci di costo previste dai fondi pensione figurano i costi di adesione: sono previsti da 27 fondi pensione negoziali (Fpn), 31 fondi pensione aperti (Fpa) e 28 piani individuali pensionistici (Pip). Nei Fpa e nei Pip tali costi sono totalmente a carico dell’iscritto, diversamente nel caso di adesione a un Fpn quasi sempre una parte del costo è sostenuta dal datore di lavoro. 

Dal punto di vista dell’importo delle voci di spesa i Fpn sono la forma pensionistica più conveniente, con un onere medio di adesione intorno agli 11 euro e una dispersione dei valori intorno alla media più contenuta.

Proseguendo in ordine crescente, i Pip presentano un costo medio di circa 29 euro che può variare da 1,50 a 120 euro, mentre l’adesione a un Fpa costa mediamente poco meno di 37 euro.

I costi per l’esercizio di prerogative individuali sono generalmente espressi in quota fissa dai fondi di nuova istituzione; solo una quota residuale di Pip prevede valori in percentuale della posizione oggetto di movimentazione.
Tali voci di spesa vengono applicate in caso di deflussi di risorse dalle casse del fondo (richieste di anticipazioni, trasferimenti, riscatti o RITA) e di riallocazioni della propria posizione previdenziale nelle diverse linee di investimento.

Con riferimento alla percentuale di forme pensionistiche che applicano costi fissi ad anticipazioni e riscatti, i Fpn superano nettamente Fpa e Pip, mentre nel caso delle commissioni per trasferimenti e riallocazioni i Fpa precedono i Fpn e i Pip. 

Mediamente, in tutti i casi i Fpn risultano più convenienti delle altre forme di previdenza complementare, confermando l’evidenza riscontrata analizzando le spese di adesione. Nei Pip, viceversa, si riscontrano i valori di costo più elevati del settore (più allineati ai Fpa quelli applicati ad anticipazioni, riscatti e trasferimenti, molto distanti in tutti gli altri casi).

I costi relativi alla rendita integrativa temporanea anticipata (o RITA) vengono applicati alle singole rate nella maggior parte dei fondi pensione, ma possono essere previsti in forma di spese annuali o una tantum. Anche in questo caso sono i Pip che applicano i costi medi più elevati, mentre i Fpa risultano i più convenienti,  ma sono la forma pensionistica che li utilizza maggiormente. 
 

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