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Una “sfida doppia per le Casse di previdenza”

Damiana Mastantuono
30 agosto 2016
TEMI MEFOP
  • Welfare liberi professionisti
ARGOMENTI
  • Spending review
DESTINATARI
  • Casse di previdenza

A partire dagli anni ’90, le Casse di previdenza dei liberi professionisti sono state assoggettate a interventi normativi complessi e, per alcuni versi, scoordinati e difficilmente riconducibili ad un chiaro processo di sviluppo del settore. Dopo il primo intervento di privatizzazione (cfr. D. Lgs. 509/94 e D.Lgs. 103/1996) si sono, infatti, succedute una serie di complesse norme finalizzate ad una ripubblicizzazione di questi enti.  Gli Enti di previdenza privati e privatizzati, dapprima chiamati ad organizzarsi con un’autonomia tipica dei soggetti privati, vengono successivamente assoggettati a una disciplina che , riducendo lo spazio di questa  autonomia, li ha sottoposti a controlli crescenti , attribuendogli qualificazione di amministrazione pubblica dal punto di vista della finanza pubblica.

Ripubblicizzazione del sistema delle Casse di previdenza - principali aspetti su cui è intervenuto il legislatore

Al netto della disciplina sulla spending review, l’applicazione alle Casse quali “enti di diritto privato in controllo pubblico” della normativa in materia di trasparenza e anticorrruzione (D.Lgs. 33/2013 e D.Lgs. 190/2012 e successive modificazioni) inserisce il settore della previdenza obbligatoria dei liberi professionisti in un novato sistema della pubblica amministrazione che si apre alla trasparenza, efficacia e controllabilità, al dialogo e all’ascolto degli utenti e alla aziendalizzazione di processi sempre più direzionati alla customer care e al miglioramento continuo.

Tuttavia, il costo organizzativo e i rischi di questo processo sono molti soprattutto per soggetti, quali le Casse di previdenza per i liberi professionisti, che si trovano ad operare in un settore “socialmente sensibile” e caratterizzato dalla presenza di rilevanti aree di rischio reputazionaleLa trasparenza come obiettivo a se stante, infatti, può rivelarsi pericoloso se non immaginato come il punto di arrivo di un processo di organizzazione e comunicazione efficace, fondato sulla diffusione di una vera e propria cultura della qualità.

L’onere economico ed organizzativo richiesto alle Casse di previdenza in questi ultimi anni, tuttavia, potrebbe rilevarsi un costo assolutamente adeguato a fronte di un processo di “cambiamento” e “apertura” del comparto proprio  in un momento topico,  come quello attuale, in cui risulta fondamentale interrogarsi sui bisogni espressi e latenti degli iscritti,  a ragione delle modificazioni sfavorevoli del sistema di welfare pubblico e della crisi economica e delle libere professioni.

La corretta implementazione della disciplina della trasparenza, dell’anticorruzione e non in ultimo degli open data, dovrebbe  rappresentare l’occasione per rivedere in primis il processo organizzativo ma anche il sistema di governance della comunicazione, nelle sue diverse accezioni. Il contesto è infatti quello più giusto per riflettere sulle criticità e le potenzialità di sviluppo della comunicazione politica delle Casse (in particolare, verso le istituzioni e i media) e sul valore strategico della comunicazione istituzionale, finalizzata ad ottenere un pieno consenso ed una partecipazione emotiva degli utenti iscritti e potenziali e di tutti i diversi stakeholders. 

Un attento lavoro di adeguamento normativo e di  miglioramento organizzativo può condurre ad elevare gli standard della comunicazione istituzionale, intesa come comunicazione ”regolativa” (o informativa)  e  “di servizio” ma anche come “comunicazione persuasiva”, finalizzata a valorizzare e diffondere nuovi servizi e strumenti in chiave più moderna e dinamica e attraverso un clima di partecipazione e “socializzazione” dei principali contenuti dell’offerta. In tal senso, si richiama l’importanza di un adeguamento al sistema degli open data (cfr. in ultimo nuovo CAD, D.Lgs. 82/2005 e successive modificazioni ed integrazioni) anche oltre il piano del mero obbligo normativo e sempre nel rispetto della progressività e soprattutto della specificità di un settore di fatto caratterizzato da realtà fortemente differenziate.

 Casse di previdenza dei liberi professionisti: la reputazione come apice di un processo di riorganizzazione e di cambio culturale

Diffondere la nuova cultura di servizio e qualità delle Casse e veicolare i nuovi contenuti dell’offerta di welfare integrato rappresentano dunque due obiettivi da non mancare ma da realizzare attraverso un processo importante di “auto-analisi” organizzativa da parte di questi enti. In un simile contesto, l’ auspicio è che il legislatore continui comunque a valorizzare l’autonomia di questi enti anche nell’approccio a temi ormai considerati “connaturati” con la nuova Pubblica amministrazione,  con i nuovi concetti di amministrazione condivisa e con temi apparentemente neutrali, come quelli dell’agenda digitale e del nuovo sistema degli open data.

PER APPROFONDIRE

L'articolo completo di Damiana Mastantuono sarà presente sul n. 5 di NewsCasse.

 

Damiana Mastantuono
Mefop

In Mefop dal 2000. Avvocato Specialista in lavoro e previdenza. Laureata con lode in Giurisprudenza. É responsabile della formazione e dei "progetti speciali" di Mefop e collabora alle attività dell'area normativa e istituzionale.