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Proroga dell’opzione del Tfr occasione di rilancio per la previdenza complementare nel pubblico impiego

Piero Lauriola
01 febbraio 2016
TEMI MEFOP
  • Previdenza complementare
ARGOMENTI
  • Tfr
DESTINATARI
  • Fondi pensione

La possibilità di esercitare l’opzione riguardante il passaggio dal trattamento di fine servizio al trattamento di fine rapporto, connesso all’adesione ad un fondo pensione negoziale da parte dei dipendenti pubblici che si trovano in regime di Tfs, è stata prorogata al 31 dicembre 2020. Per i lavoratori del pubblico impiego in regime di Tfs sarà quindi possibile continuare ad iscriversi a previdenza complementare fino al nuovo termine.

Lo stabilisce l’accordo quadro tra ARAN e confederazioni sindacali, siglato il 15 gennaio 2016 (e in attesa di sottoscrizione definitiva), che nell’unico articolo stabilisce  che “il termine previsto dall’articolo 2, comma 3, dell’accordo quadro nazionale in materia di trattamento di fine rapporto e previdenza complementare per i dipendenti pubblici del 29 luglio 1999, prorogato al 31 dicembre 2015 dall’Accordo quadro  nazionale del 29 marzo 2011, è ulteriormente differito al 31 dicembre 2020”. Il differimento opera con effetto dal 1° gennaio 2016 e, pertanto, conservano validità ed efficacia tutte le adesioni con l’opzione intervenute dopo la scadenza del 31 dicembre 2015, prevista dal precedente accordo, e prima della firma della proroga. Al momento è stata siglata l’ipotesi di accordo che sarà definitivamente sottoscritto una volta acquisiti il parere finale del Governo e  dei comitati di settore e la certificazione della Corte dei Conti.

Significative sono l’altra disposizione contenuta nell’articolo unico e  le due dichiarazioni congiunte, rese a margine dell’accordo, perché rivelatrici della volontà delle parti di attivare, anche a breve, iniziative per  facilitare ed accrescere la partecipazione alla previdenza complementare. In particolare, nel comma 2 dell’articolo unico si legge che le parti, entro un anno, verificheranno i contenuti dell’accordo stesso nonché le disposizioni contrattuali in materia di previdenza complementare e le finalità di questa operazione sono indicate nella prima dichiarazione congiunta, nella quale si sottolinea l’opportunità di individuare e valutare nuovi strumenti e modalità idonei ad incentivare le adesioni alla previdenza complementare. Nella seconda dichiarazione congiunta si ravvisa l’esigenza che le pubbliche amministrazioni promuovano iniziative di comunicazione istituzionale in grado di accrescere, tra i dipendenti pubblici, sia la cultura previdenziale sia la conoscenza delle forme pensionistiche complementari contrattuali operanti nel pubblico impiego.
Prima che scada il nuovo termine, pertanto, potrebbero essere introdotte nuove modalità di adesione e contribuzione per chi si trova in regime di Tfs (e non solo), tenuto conto anche di alcune proposte circolanti.

Alcune ipotesi per la promozione delle adesioni
Come accennato, nella dichiarazione congiunta si è espressa la necessità di adottare iniziative per favorire le iscrizioni alla previdenza complementare anche mediante nuove modalità di adesione.
I sindacati di  categoria dei dipendenti pubblici, in un documento risalente a  novembre 2015, propongono che sia prevista la possibilità di:

  • iscriversi versando solo la contribuzione a carico del datore di lavoro e del lavoratore;
  • versare il Tfr al fondo pensione anche in un momento successivo  all’adesione esercitando l’opzione per il passaggio dal Tfs al Tfr in modo disgiunto rispetto all’adesione;
  • versare, in tutto o in  parte, il Tfs al fondo pensione (in alternativa al Tfr) al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

A queste proposte, esplicitamente richiamate nel documento sindacale, va aggiunta quella sull’adesione contrattuale, già attivata in alcuni settori del lavoro privato (edilizia e trasporto pubblico locale), che prevede l’iscrizione automatica con contribuzione a carico del datore di lavoro, che può essere completata con la scelta individuale del lavoratore di destinare il contributo a proprio carico ed il Tfr.
Il percorso per realizzare le proposte sopra ricordate passa per alcune modifiche - che si indicano di seguito in modo sintetico – da apportare alle fonti contrattuali e normative. Si rinvia alla prossima Newsletter Mefop per un approfondimento più completo di questi aspetti.

Per approfondire

Piero Lauriola, “Previdenza complementare e pubblico impiego: proposte per la crescita”, Working Paper Mefop n. 38/2015

Piero Lauriola, Blog Mefop “Il 31 dicembre scade il termine per l’opzione del Tfr per i dipendenti pubblici che aderiscono ai fondi pensione. Cosa succede dal 1° gennaio 2016?”
 

 

Piero Lauriola

È esperto di previdenza obbligatoria e complementare e svolge attività di consulenza.
Dal 1986 al 2001 ha lavorato nella Uil seguendo la previdenza ed il welfare.
Dal 2001 al 2015 ha lavorato prima in Inpdap e poi in Inps come dirigente responsabile dell’unita trattamenti di fine servizio, fine rapporto e previdenza complementare dei dipendenti pubblici della direzione centrale pensioni.