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L’investimento in OICR dei fondi pensione negoziali

20 novembre 2023
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In questo numero di Pillole di Previ|DATA si approfondisce il tema degli investimenti in OICR  dei fondi pensione negoziali.

In base a quando indicato nel manuale COVIP delle segnalazioni statistiche, le analisi considerano gli investimenti in OICR diversi dai fondi immobiliari, qualora l’allocazione sia superiore al 10% del patrimonio del comparto. Per gli investimenti in OICR immobiliari non sussistono limitazioni al reporting e sono sempre considerati. Da ultimo, gli investimenti in Fia vengono computati solo nel caso in cui abbiano un peso sul patrimonio superiore al 2%.
L'analisi fa riferimento ai 33 Fondi pensione negoziali, l'investimento in OICR è riportato da 27 soggetti; quelli non considerati potrebbero detenere investimenti in OICR ma non essere soggetti a segnalazione. 

A fine giugno 2023 i Fpn investivano in OICR (in prevalenza OICVM) una quota di attivi pari a 5,2 miliardi di euro. La gran parte aveva come sottostante titoli obbligazionari (2,8 miliardi di euro, 55% del totale) e azionari (2,1 miliardi di euro, 42% del totale). 

La componete obbligazionaria investita tramite gli OICR armonizzati è orientata principalmente verso gli Stati Uniti (26,6%), la Francia (7,2%), il Giappone (5,9%) e l’Italia (4,9%). Relativamente alla valuta, oltre la metà degli investimenti è denominata in dollaro statunitense e circa il 28% in euro. Per quanto concerne gli emittenti prevalgono gli stati e altri organismi internazionali con una percentuale pari al 42,5%, seguono le imprese finanziarie (32,2%). Completano il quadro i titoli emessi dalle imprese non finanziarie (25,3%).
Quasi il 60% dei sottostanti è di tipo investment grade, mentre la restante parte risulta essere non investment grade (30,3%) e priva di rating (10,4%). Infine, guardando alla duration, questa è compresa tra i tre e dieci anni nel 46,1% dei sottostanti e tra uno e tre anni nel 21,7%. Nei restanti casi la duration è maggiore di dieci anni (21,1%) e minore o uguale ad un anno (11,1%).

Considerando i titoli di debito investiti tramite gli OICR non armonizzati, si osserva che l’esposizione geografica si concentra soprattutto verso la Francia (24,7%), la Germania (21,6%) e il Regno Unito (21,2%). Gli investimenti domestici rappresentano il 9,3% delle risorse. Da ultimo, Il 98,5% del patrimonio è emesso da imprese non finanziarie e il 93,2% è privo di rating.

Per gli investimenti azionari effettuati mediante OICVM, come per quelli obbligazionari, gli Stati Uniti rappresentano il principale emittente (38,1%), a seguire si collocano i Paesi dell’Asia orientale, ovvero il Giappone (8,8%), la Cina (6,3%) e Taiwan (4,7%). Il nostro paese emette solo l’1,3% di tali investimenti.
Riguardo alla valuta, il 42,9% del patrimonio è esposto al dollaro statunitense, il 9,8% all’euro e l’8,8% allo yen giapponese. Minore ma comunque consistente risulta l’esposizione al dollaro di Hong Kong (7,7%).
Quanto alle attività economiche, le risorse sono prevalentemente impiegate nei settori IT (20,3%) e finanziario (17,2%).

Infine considerando gli altri OICR (compresi gli OICR chiusi immobiliari) l’Italia è il paese in cui si investe maggiormente (27,9%). La ripartizione settoriale mostra una spiccata propensione ad investire nei settori industriale (27,2%) e IT (16,9%).

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